La cartapesta leccese

L’arte della cartapesta ha origini molto antiche avvolte ancora nel mistero. Con ogni probabilità nacque in Cina intorno all’anno 100 grazie all’uso affermato della carta. Attraverso il mondo arabo dalla Cina approda in Europa.

In Italia l’utilizzo della cartapesta a fini artistici risale al Cinquecento nelle botteghe di scultori fiorentini e senesi. Tuttavia è una tecnica diffusa in tante latitudini con diverse finalità: di cartapesta sono i carri allegorici del carnevale di Viareggio e Putignano, le maschere siciliane del primo Novecento, i burattini di Napoli,
le maschere della tradizione veneziana e africana. In Inghilterra la cartapesta venne impiegata al posto del pesante stucco nelle pregevoli decorazioni di muri e soffitti, si producevano persino astucci e vassoi in cartapesta.

In campo estetico di Lecce è caratterizzato da due riferimenti artistici ben precisi: il barocco e la cartapesta. Il primo trova sviluppo e fioritura nelle botteghe di scultori e scalpellini che all’inizio del XVII secolo si dedicarono alla lavorazione della pietra. La cartapesta nasce, invece, come raccordo tra fede, religiosità popolare, volontà devozionale e immaginario collettivo.

In puglia la cartapesta è un fenomeno tipicamente leccese. La produzione di cartapesta nasce come artigianato povero, ma di qualità, per superare, con eccellenti risultati, la difficoltà di ingenti spese per reperire materiali di pregio come pietra o legno di noce. La formidabile plasticità dei materiali, carta e paglia, disponibili a basso costo, sostituiva egregiamente argento, marmo e bronzo. Dopo Napoli, la capitale del regno, tra la fine del XVI secolo e per tutto il XVII secolo Lecce diventa il centro più ricco di insediamenti religiosi del Meridione con innumerevoli cattedrali, chiese e basiliche con un’illimitata quantità di cappelle, altari ed edicole e la necessità di arredarli. Da qui nasce la richiesta di una quantità “industriale” di immagini sacre.

A Lecce viene elaborata una tecnica del tutto autonoma, tipica del luogo per produrre natività e magnifiche statue di madonne, cristi, santi altrettanto leggere da portare in processione.

Le materia prima si ricava dalla macerazione di carta straccia contenente poca cellulosa con l’aggiunta di amido e colla di coniglio. Si ottiene così una massa uniforme e consistente che opportunamente modellata con l’aiuto di una stecca di legno dà vita al manufatto che l’artista intende realizzare. La fase successiva è rappresentata dall’essiccamento seguito da fuocheggiatura, ingessatura e colorazione.
La vestizione della statua, l’ultima fase, è affascinante. Gli artigiani, come abilissimi prestigiatori, producono il panneggio e le pieghe con le caratteristiche dell’abito.

Oggi la lavorazione della cartapesta è la continuazione di una grande tradizione un tempo trasmessa da padre in figlio e rappresenta un legame diretto con il tessuto più genuino della città di Lecce.

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Lecce cartapesta, the poor mem’s marble
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