Il Salento si presenta come terra di frontiera circondata dal mare che al tempo stesso rappresenta un nodo culturale e commerciale con il resto del Mediterraneo, ma anche un ostile veicolo di pericoli. Da qui la necessità di pianificare un efficiente sistema difensivo costiero a presidio del territorio.

Sono documentate evidenze di fortificazioni costiere già in epoca romana e successivamente ad opera dei Bizantini, per difendersi dalle invasioni longobarde, e di Federico II per porre fine alle incursioni corsare.
Nel periodo angioino e aragonese si va configurando un vero e proprio sistema difensivo costituito da torri costiere contro gli assalti provenienti dal mare e da un sistema di fortificazioni nell’entroterra a difesa delle città e delle comunità.
Per tutto il corso del XV secolo la minaccia turca, piratesca e saracena diventa sempre più incombente culminando nell’eccidio di Otranto del 1480. Nel 1563, sotto il governo spagnolo di Carlo V, fu emanata un’ordinanza in cui si stabiliva che ogni opera fortificata dovesse essere autorizzata dalla Regia Corte. Si stabiliva, inoltre, che ogni torre doveva guardare a vista la precedente e la successiva. Ben presto divenne evidente che erigere tante torri lungo la costa adriatica e ionica era un’impresa alquanto difficile, specie da un punto di vista economico.
Le autorità spagnole trovarono la soluzione nel conferire il titolo di capitano di torre a chi si fosse preso l’impegno di erigere una torre costiera. Questi aveva anche il diritto di riscuotere dazi, non offrendo l’aiuto di difesa e riparo a chi fosse stato inadempiente.
Le università (corporazioni locali) dovevano farsi carico del pagamento dei salari dei soldati e dei cavallari in servizio presso la torre, nonché delle spese di manutenzione della stessa. L’appaltatore (partitario) doveva rilasciare una garanzia (tra i 300 ed i 500 ducati per ogni torre) alla Reggia Corte e durante lo svolgimento dei lavori veniva sorvegliato da un sovrintendenteche controllava affinché si rispettassero le prescrizioni.
Nel XVI scompare del tutto la base circolare sostituita da quella quadrata con caditoie su ogni lato. La torre era composta da un unico ambiente a piano terra accessibile dal lato della terraferma; nel basamento si trovava sempre una cisterna per la raccolta e la conservazione delle acque piovane e sul terrazzo, accessibile da scale retrattili, venivano custoditi gli armamenti e gli strumenti di segnalazione. La funzione difensiva non si esaurisce con la sconfitta dei Turchi a Lepanto, le torri costiere restano infatti a difesa del territorio salentino contro tutte incursioni piratesche succedutesi fino alla fine del Settecento.